Tuesday, August 7, 2012




VIEW WITH A ROOM

VISTA CON CAMERA

VISTA COM QUARTO

Monday, July 9, 2012

Tuesday, June 26, 2012


Ingenua, fino a un certo punto.

Tuesday, May 29, 2012

Cronaca di un vuoto (2)




(a Chiara)

Fonte-Chiara
Di la dell'acqua che non abbruma la memoria!

ripercorro sui sentieri d'autunno
Miracoli di grazia.
sei cresciuta in stagioni trasparenti
E nemmeno il vento di vita,
Impetuoso, le appanna,
O sempre cara o dolceradiosa.

Cosi' lontana cosi' vicina
Cosi' puramente compiuta,
Sollevi la mia tela d'amore,
In cieli senza macchia:
Dono alto e' il ricordo,
E ogni pena si disacerba.

Ti voglio bene nipote d' oltremare;
E forte forte ti abbraccio
Ora che hai rinverdito
Col tuo memore affetto,
Pur tra fatiche di gloria,
Gli inquieti grigiori d'autunno.

Il nonno

Tuesday, May 15, 2012

cronaca di un vuoto (parte 1)





   



     




                       


                             

Sunday, May 13, 2012

avanti, sempre, solamente avanti

Friday, April 20, 2012

E'una questione di attimi...il sole squarcia le nuvole che all'improvviso illuminano il cielo

Friday, April 13, 2012

non aspettarsi nulla



Se ora suono le tue finestre e non i tasti del mio pianoforte
e' solo perché':

1) La notte mi ha regalato un'alba senza avvisarmi
2) Non ho un pianoforte

e non mi aspetto nient'altro che le note che sento

Thursday, April 12, 2012







La vita – è il solo modo
per coprirsi di foglie,
prendere fiato sulla sabbia,
sollevarsi sulle ali;
essere un cane,
o carezzarlo sul suo pelo caldo;
distinguere il dolore
da tutto ciò che dolore non è;
stare dentro gli eventi,
dileguarsi nelle vedute,
cercare il più piccolo errore.
Un'occasione eccezionale
per ricordare per un attimo
di che si è parlato
a luce spenta;
e almeno per una volta
inciampare in una pietra,
bagnarsi in qualche pioggia,
perdere le chiavi tra l'erba;
e seguire con gli occhi una scintilla di vento;
e persistere nel non sapere
qualcosa d'importante.

Wysława Szymborska

Tuesday, April 10, 2012

CONTATTARE L'OMBRA





Laurus nobilis

Saturday, April 7, 2012

Thursday, April 5, 2012

Io ci sono, tu lo sai

Ma a me bruciano gli occhi

Io ci sono, tu lo sai

fino a non esserci più

Wednesday, April 4, 2012

Tic toc tic toc tic toc tic toc

Saturday, March 31, 2012

PROTEZIONE



ecco
e' il proteggersi
da due orizzonti che si vogliono sempre incontrare

Wednesday, March 28, 2012




No me escribas mas (PABLO MILANES)

No me escribas más sin avisar,
no me escribas más de cosas que no vuelven,
no me escribas más para decir que me abandonó,
no me escribas más, si después no vuelves,
no me escribas más, si después no vuelves.

No me digas más lo que pasó,
no me digas más que me enseñaste un río,
no me digas más que me suenan los dientes,
no me digas más que ya tengo frío,
no me digas más que ya tengo frío.

No te quiero ver sin corazón,
no te quiero ver como una cosa más,
no te quiero ver de nuevo brevemente,
no te quiero ver y después llorar,
no te quiero ver y después llorar.

No aparezcas más lejos de mí,
no aparezcas más, que tu sombra de palma,
no aparezcas más, que siempre me derrumbas,
no aparezcas más, tengo con tu fantasma,
no aparezcas más, tengo con tu fantasma.

Déjame cantar, como cante,
déjame cantar, dame un poco de tiempo,
déjame cantar fuera de tus fronteras,
déjame cantar a los cuatro vientos,
déjame cantar como si no te viera.



OJALA' (SILVIO RODRIGUEZ)

Ojalá que las hojas no te toquen el cuerpo cuando caigan
para que no las puedas convertir en cristal.
Ojalá que la lluvia deje de ser milagro que baja por tu cuerpo.
Ojalá que la luna pueda salir sin ti.
Ojalá que la tierra no te bese los pasos.

Ojalá se te acabe la mirada constante,
la palabra precisa, la sonrisa perfecta.
Ojalá pase algo que te borre de pronto:
una luz cegadora, un disparo de nieve,
ojalá por lo menos que me lleve la muerte,
para no verte tanto, para no verte siempre
en todos los segundos, en todas las visiones:
ojalá que no pueda tocarte ni en canciones.

Ojalá que la aurora no dé gritos que caigan en mi espalda.
Ojalá que tu nombre se le olvide a esa voz.
Ojalá las paredes no retengan tu ruido de camino cansado.
Ojalá que el deseo se vaya tras de ti,
a tu viejo gobierno de difuntos y flores.

Monday, March 26, 2012




Stanchezza

Quello che c'è in me è soprattutto stanchezza
non di questo o di quello
e neppure di tutto o di niente:
stanchezza semplicemente, in sé,
stanchezza.
La sottigliezza delle sensazioni inutili,
le violente passioni per nulla,
gli amori intensi per ciò che si suppone in qualcuno,
tutte queste cose -
queste e cio' che manca in esse eternamente -
tutto ciò produce stanchezza,
questa stanchezza,
stanchezza.
C'è senza dubbio chi ama l'infinito,
c'è senza dubbio chi desidera l'impossibile,
c'è senza dubbio chi non vuole niente -
tre tipi di idealisti, e io nessuno di questi:
perchè io amo infinitamente il finito,
perchè io desidero impossibilmente il possibile,
perchè voglio tutto, o ancora di più, se può essere,
o anche se non può essere...
E il risultato?
Per loro la vita vissuta o sognata,
per loro il sogno sognato o vissuto,
per loro la media fra tutto e niente, cioè la vita...
Per me solo una grande, una profonda,
e, ah, con quale felicità, infeconda stanchezza,
una supremissima stanchezza,
issima, issima, issima,
stanchezza...

O que há em mim é sobretudo cansaço

O que há em mim é sobretudo cansaço
Não disto nem daquilo,
Nem sequer de tudo ou de nada:
Cansaço assim mesmo, ele mesmo,
Cansaço.

A subtileza das sensações inúteis,
As paixões violentas por coisa nenhuma,
Os amores intensos por o suposto alguém.
Essas coisas todas -
Essas e o que faz falta nelas eternamente -;
Tudo isso faz um cansaço,
Este cansaço,
Cansaço.

Há sem dúvida quem ame o infinito,
Há sem dúvida quem deseje o impossível,
Há sem dúvida quem não queira nada -
Três tipos de idealistas, e eu nenhum deles:
Porque eu amo infinitamente o finito,
Porque eu desejo impossivelmente o possível,
Porque eu quero tudo, ou um pouco mais, se puder ser,
Ou até se não puder ser...

E o resultado?
Para eles a vida vivida ou sonhada,
Para eles o sonho sonhado ou vivido,
Para eles a média entre tudo e nada, isto é, isto...
Para mim só um grande, um profundo,
E, ah com que felicidade infecundo, cansaço,
Um supremíssimo cansaço.
Íssimo, íssimo. íssimo,
Cansaço...

Da: Fernando Pessoa, Poesie di Álvaro de Campos
TRADUZIONE DI ANTONIO TABUCCHI, CHE SE N'E' ANDATO IERI.
TRADUÇAO DE ANTONIO TABUCCHI, QUE FALHECEU ONTEM.

Wednesday, February 1, 2012


amo te
che ancora mi insegni ogni giorno qualcosa
senza che io ti chieda niente
amo te
che mi cedi allo spazio per pensarti
e alla notte per sognarti
amo te
che nell'assenza mi resti fedele
ed ogni giorno mi aggiusti il ricordo
come un vestito cucito
sulle mie curve, sulle mie spalle solide,
sui miei perimetri alterati dalle asimmetrie
del nostro vissuto intermittente
amo te
che fai e disfai la tua rigida realtà
costruisci e demolisci pareti nel tuo animo inquieto
volendo ristrutturare
cio' che non hai mai avuto
amo te
e amo il terrore di amarti in un mondo fragile e imperfetto
dove tutto ci inganna e ci separa
amo te
e amo il rinunciare ad averti
per non essere incenerita
da parole gelide e senza coraggio.

il cielo e' lo stesso



se piove fuori
o piove dentro
il cielo e' lo stesso e piove comunque
si avvicinano cose importanti
mentre si allontana una delle cose più belle

Ed io che ferma in un punto non so stare
e che fin ora mi sono mossa per essere ferma dentro
so che presto si avvicinerà una delle cose più belle
e si allontaneranno cose importanti

siamo macchine che producono la realta'

Saturday, January 28, 2012

Friday, January 27, 2012

Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA erA Era eRa erA erA Era eRa
Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa erA Era eRa

Wednesday, January 18, 2012

con te

con te
ho potuto sentire freddo quando fa caldo
e caldo quando fa freddo

con te
ho imparato a non imparare più

con te
ci vedremo più' in la' :
quando potrai sentire caldo al caldo, freddo al freddo
e mangerai per fame

con te
per adesso e' senza di te

Wednesday, January 11, 2012



“Una vecchia leggenda indù racconta che vi fu un tempo in cui tutti gli uomini erano Dei. Essi però abusarono talmente della loro divinità, che Brahma - signore degli dei - decise di privarli del potere divino e di nasconderlo in un posto dove fosse impossibile trovarlo. Il grande problema fu quello di trovare un nascondiglio. Quando gli dei minori furono riuniti a consiglio per risolvere questo dilemma, essi proposero la cosa seguente: "seppelliamo la divinità dell'uomo nella Terra". Brahma tuttavia rispose: "No, non basta. Perché l'uomo scaverà e la ritroverà". Gli dei, allora, replicarono: "In tal caso, gettiamo la divinità nel più profondo degli Oceani". E di nuovo Brahma rispose: "No, perché prima o poi l'uomo esplorerà le cavità di tutti gli Oceani, e sicuramente un giorno la ritroverà e la riporterà in superficie". Gli dei minori conclusero allora: "Non sappiamo dove nasconderla, perché non sembra esistere - sulla terra o in mare – luogo alcuno che l'uomo non possa una volta raggiungere". E fu così che Brahma disse: "Ecco ciò che faremo della divinità dell'uomo: la nasconderemo nel suo io più profondo e segreto, perché è il solo posto dove non gli verrà mai in mente di cercarla".
A partire da quel tempo, conclude la leggenda, l'uomo ha compiuto il periplo della terra, ha esplorato, scalato montagne,scavato la terra e si è immerso nei mari alla ricerca di qualcosa che si trova dentro di lui.”


"Conta uma velha lenda hindu que outrora todos os homens eram deuses, mas abusaram de tal modo da sua natureza divina que Brama, o Senhor dos deuses, decidiu retirar-lhes esse poder divino e escondê-lo em lugar onde lhes fosse impossível encontrá-lo. O problema, contudo, era encontrar esse esconderijo.
Brama convocou, pois, todos os deuses menores a fim de resolver este problema, e a sugestão que eles lhe deram foi enterrar a divindade do homem bem no fundo da terra. Mas Brama respondeu-lhes que isso não seria suficiente pois o homem escavaria a terra e acabaria por reencontrar a sua natureza divina.
Então os deuses sugeriram que se atirasse para o fundo do mar a natureza divina do homem. E de novo Brama lhes respondeu que, mais tarde ou mais cedo, o homem exploraria as profundezas do mar e a recuperaria.
Os deuses menores já não sabiam que outros lugares poderiam existir, quer na terra quer no mar, onde o homem não conseguisse chegar um dia.
Então Brama disse: "Vamos fazer o seguinte com a natureza divina do homem: vamos encondê-la bem no fundo de si mesmo, pois será esse o único lugar onde o homem nunca a irá procurar."
E desde esse dia, segundo conta a lenda, o homem tem percorrido e explorado o mundo, subido às montanhas mais altas e descido às grandes profundezas da terra e do mar, sempre à procura do que está dentro de si próprio".